Il Bio-distretto BATICOS (acronimo di Biodistretto-Alto-TIrreno-COSentino) è sempre stato attento a focalizzare il proprio impegno al consolidamento positivo del rapporto tra terra, cibo e salute, quindi alla riconversione delle aziende agricole verso metodi di coltivazione biologica e al contempo a proporre, con forza, un’azione  tesa ad ampliare e concretizzare i concetti di rete e coooperazione tra tutte le figure principali della filiera agricola dell’alto tirreno cosentino.

Come previsto dai valori di AIAB Calabria (Associazione Italiana Agricoltura Biologica per la Calabria), cui Baticòs aderisce, la sua attività, pur partendo dall’ambito strettamente agricolo, è anche rivolta a un lavoro di Informazione e Formazione più ampio, orientato soprattutto alle scuole e a tutte quelle iniziative culturali aggreganti, mirate a una “ripresa della vita” nelle campagne e nei borghi. Ottimizzare le potenzialità di aziende e case rurali è un passaggio obbligato: produzioni sane, cucina contadina, inclusione sociale, percorsi multifunzionali e turismo naturalistico sono indispensabili alla sopravvivenza stessa dell’azienda o del nucleo famigliare, assolvendo in pieno al ruolo che i BIO-DISTRETTI si prefiggono di avere.

In questo momento dove la pandemia del coronavirus monopolizza l’attenzione globalmente e non lascia spazio per nessuna delle grandi questioni aperte, forse è troppo ottimistico aspettarsi che qualche mese di “sospensione della normalità” riveli a un numero sufficiente di persone quanto questa normalità avesse ben poco di normale. Resta la speranza che il doversi confrontare con la realtà senza le consuete scappatoie possa effettivamente aiutare a concentrare l’attenzione su quelli che sono effettivamente i problemi reali e urgenti che dobbiamo affrontare, con logica e competenza, se vogliamo sopravvivere come specie.

Per tutto questo, Baticòs con un documento riportato di seguito, vuole ricordare quali devono essere le priorità e le urgenze per una vera e positiva rinascita dopo questo periodo, estremamente peculiare, che ha costretto il mondo a fermarsi.

Bio-Distretto Alto Tirreno Cosentino
PANDEMIA E SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE: PRIORITÀ E URGENZE

Che fare. Affinché questa terribile esperienza dell’umanità sia almeno servita a un cambiamento e soprattutto, affinché non si ripeta, è indispensabile cooperare, a partire ognuno dai propri territori, per un modello di sviluppo che sia realmente sostenibile e dobbiamo farlo adesso e non “dopo”. È come costruire pezzo dopo pezzo un altro scenario. Cominciamo dalle priorità.

Agricoltura. Oggi che vacilla, tutti si accorgono che è la Regina assoluta, ma ha bisogno di un sostegno forte e mirato, che privilegi e premi un’agricoltura del luogo, l’unica che in un’emergenza globale garantisce la sopravvivenza, un’agricoltura sana, che metta al primo posto il benessere di persone, animali e terreni, che isoli la grande distribuzione e il suo ruolo globalmente nefasto.

Turismo LOCALE. Stagione estiva alle porte, ripetiamo che è necessario un altro modello, che in questa contingenza, avrebbe già potuto rappresentare un argine alla crisi. Turismo naturalistico, rurale, colto, spirituale, lontano dagli assembramenti, ma soprattutto basato su un target locale, che impari a spostarsi da un comune all’altro e tra i borghi, quasi sempre sconosciuti anche alle persone di una stessa area. Sarebbe un turismo più modesto? Forse, ma spalmato su tutto l’anno, diventerebbe una ricchezza. Solo le comunità locali possono avviare un processo di vera destagionalizzazione.

Ritorno alla terra e ripopolamento dei borghi. Sono in tanti ad avere riesaminato in questa circostanza, se la lontananza da casa, famiglia, amici, spesso terra, sia veramente l’unica possibilità. Ma, senza incentivi e condizioni premianti, che consentano a molti di rientrare, questo ritorno non si realizza. Né si avvia una ripresa della vita nelle aree interne, a cui anche l’inserimento di immigrati, sottratti alla vergognosa condizione di nuovi schiavi delle campagne, potrebbe dare ulteriore impulso.

Scuole. Pensarle il più possibile, dalla prossima ripresa, all’aperto, perché bambini e ragazzi non possono andare incontro a un altro periodo di segregazione. Non una visita in campagna, ma una vera dislocazione dell’apprendimento. Non è facilissimo, ma è possibile. E che le aziende agricole aprano le loro porte!

Ambiente. Se anche il sottovalutare i rischi ambientali ha condotto all’attuale scenario, occorre la massima attenzione a che ogni decisione avvenga in nome della salute delle comunità e nel tempo non intacchi un modello sostenibile.

CONSAPEVOLI della serietà del momento e di una responsabilità collettiva, CHIEDIAMO che questi obiettivi non vadano inattesi e che siano oggetto di grande impegno istituzionale,da subito e in uno strettissimo nesso con la situazione emergenziale ancora in corso. Perché, nella continua confusione che ha accompagnato questi mesi, dove continuamente sembrano vero tutto e il contrario di tutto, una certezza c’è ed è condivisa dalla comunità scientifica internazionale: all’origine della pandemia, non quale causa diretta, ma habitat favorevole e scatenante, si colloca al primo posto, lo stravolgimento degli equilibri ecosistemici, inquinamento dell’aria, cambiamenti climatici, agricoltura e allevamenti intensivi, perdita della biodiversità, abbandono delle aree boschive e sovraffollamento delle aree metropolitane, frenetico viaggiare di persone e merci, spaesamento dell’essere umano. Come dire che niente è più nel posto giusto al momento giusto. A questi fattori e altri ancora sono riconducibili il cosiddetto “salto di specie” di alcuni virus o la velocissima facilità del contagio. E tutte le alterazioni sono rese globalmente estreme dalla violazione di diritti, etica sociale, equa distribuzione delle risorse. Necessità di Cambiamento irrimandabile e CHIEDIAMO che a sostenerlo sia in primo luogo, la società civile, malgrado l’attuale clima di segregazione, se ne faccia carico da protagonista, senza deleghe, in maniera critica, lungimirante e, soprattutto, unita.