“Invest in our planet” è il titolo della 52° edizione dell’Earth Day, Giornata mondiale della Terra. Istituita dalle Nazioni unite il 22 aprile 1970, è la manifestazione ambientale più grande del pianeta, per sottolineare l’importanza della tutela delle risorse naturali. La Giornata della Terra, momento fortemente voluto dal senatore statunitense Gaylord Nelson e promosso ancor prima dal presidente John Fitzgerald Kennedy, coinvolge ogni anno fino a un miliardo di persone in ben 192 paesi del mondo. Questo evento coinvolge anche le scuole, e le iniziative proposte sono tantissime. L’accezione che questa giornata possiede in questo periodo storico è quella di un appello globale rivolto a leader mondiali, innovatori, leader del settore e degli investimenti e influencer affinché intraprendano azioni concertate e trovino soluzioni migliori per ripristinare il nostro pianeta.

Giornata mondiale della Terra: obiettivi da raggiungere

EARTHDAY.ORG – che ha istituito l’iniziativa Earth Day nel 1970 – ha identificato cinque pilastri di azione sul ripristino dell’ecosistema:

  • Clima e alfabetizzazione ambientale
  • Agire sui cambiamenti climatici
  • Conservazione e Restauro
  • Cibo e Ambiente
  • Fine dell’inquinamento da plastica

Il ruolo dell’agricoltura biologica

Il Green Deal europeo è lo strumento che l’Unione Europea ha individuato per centrare gli scopi che questa giornata prevede e ricorda a tutti. Il suo obiettivo principale è un’Europa sostenibile a impatto climatico zero entro il 2050, che funga da veicolo per l’investimento e la crescita. Il Green Deal ha sottolineato che è fondamentale gestire la transizione verso un sistema alimentare più sostenibile, in particolare favorendo gli sforzi degli agricoltori volti ad affrontare i cambiamenti climatici, proteggere l’ambiente e preservare la biodiversità. AIAB, in Italia, è una delle principali strutture che cerca di muovere le proprie energie verso queste direzioni.

La superficie destinata all’agricoltura biologica, che è aumentata di quasi il 66 % negli ultimi 10 anni, da 8,3 milioni di ettari nel 2009 a 13,8 milioni di ettari nel 2019, rappresenta attualmente l’8,5 % della “superficie agricola utilizzata” totale dell’UE.

Il nuovo piano d’azione (2021-2027) tiene anche conto dell’esito della consultazione pubblica tenutasi tra settembre e novembre 2020, che ha confermato il forte sostegno al piano d’azione e agli interventi proposti sia dai portatori di interessi che dal gande pubblico. Le proiezioni attuali prevedono una notevole crescita del settore biologico nel decennio in corso. In assenza di interventi per modificare la situazione attuale, la quota di agricoltura biologica occuperebbe, secondo alcune fonti, tra il 15 % e il 18 % dei terreni agricoli entro il 2030. Quest’aumento della superficie si è tradotto in un sostanziale aumento delle vendite al dettaglio, che hanno raddoppiato il loro valore negli ultimi 10 anni, passando da circa 18 miliardi di EUR nel 2010 a più di 41 miliardi di EUR nel 2019.

AIAB, a seguito della riunione che si è svolta recentemente con gli attori del Tavolo di partenariato nazionale per finalizzare la definizione del Piano strategico della Politica Agricola Comune (PSP) a cui ha partecipato il Presidente Giuseppe Romano, ha affermato come “l’obiettivo del 25% di SAU al 2027 (uno dei pilastri del piano nazionale per l’Italia) deve essere coadiuvato da un’altra serie di misure ad hoc. E’ necessario uno stanziamento del 25% delle risorse dedicato alle azioni sul biologico: formazione, partenariati europei dell’innovazione, cooperazione, filiere, campagne ecc.

La sinergia tra le risorse disponibili e le scelte strategiche sono necessarie per convertire quel 9-10% di aziende più riluttanti, mettendo in atto azioni di consulenza e formazione di alto profilo professionale e tecnico. Inoltre è necessario dare urgentemente inizio ai lavori del Piano d’azione che potrebbe chiarire all’Ue alcuni passaggi fondamentali del Piano Strategico.  Nel Piano d’azione sono infatti previste attività sui consumatori, sui mercati, sulle filiere nonché la giusta informazione per i produttori, tutte azioni utili al raggiungimento del target previsto dal Piano Strategico.

Quindi la politica deve proporre un Piano d’azione ambizioso che sia uno strumento concreto per realizzare gli obiettivi previsti dalla PAC. Noi di AIAB abbiamo le idee molto chiare in proposito e confidiamo di dare il nostro contributo a questo fondamentale cambio di passo”.