La varietà delle condizioni bio-geografiche, geo-morfologiche e climatiche del territorio italiano danno vita a una straordinaria concentrazione sia di specie, sia di habitat. E questo nonostante una popolazione e una densità abitativa che la rendono uno dei paesi più antropizzati del continente che ha subito radicali trasformazioni del paesaggio.

La biodiversità viene intesa come la molteplicità degli organismi viventi e dei rispettivi ecosistemi. La varietà è data dai diversi geni, specie e nicchie ecologiche. Esistono tre livelli di biodiversità:

  • genetico: il patrimonio genetico degli esseri viventi che abitano il pianeta
  • specie: l’abbondanza e la diversità di specie presenti sulla terra
  • ecosistemi: l’insieme di tutti gli ambienti naturali sul nostro pianeta.

L’Italia è caratterizzata da un patrimonio di biodiversità tra i più significativi in ambito europeo sia per numero totale di specie animali e vegetali, sia per l’alto tasso di endemismo, ovvero la presenza di specie che vivono solo all’interno dei confini italiani.

Tale ricchezza è dovuta alla grande diversità litologica, topografica e climatica che caratterizza il nostro Paese, alla sua storia paleogeografica e paleoclimatica, nonché alla posizione centrale nel bacino Mediterraneo, che rappresenta uno degli hotspot di biodiversità definiti a scala planetaria, ovvero di quelle regioni della terra caratterizzate da livelli di diversità biologica e di endemismo particolarmente elevati, ma minacciati dalle attività umane.

Carta degli Ecosistemi d’Italia Fonte (Blasi et al., 2017) Nota: La carta si articola in 97 classi, di cui 84 tipologie di ecosistemi naturali e semi-naturali che comprendono, a loro volta, 43 tipologie di ecosistemi forestali.

Tutto ciò comporta una grande responsabilità in termini di conservazione; purtroppo questa ricchezza di biodiversità è seriamente minacciata e numerose specie ed ecosistemi rischiano di essere irrimediabilmente perduti.

Le principali cause di perdita di biodiversità

Le modifiche del clima hanno un impatto notevole sugli equilibri degli ecosistemi, delle foreste, delle zone umide, sulla disponibilità di acqua e sulla produzione di cibo. Quindi oltre a produrre un grave stress per l’ambiente, costretto ad adattarsi a repentini incrementi della temperatura, è causa di grossi danni all’economia mondiale: non si può ignorare infatti come i cambiamenti climatici contribuiranno nei prossimi anni all’insicurezza alimentare di milioni di persone.

Conservare la biodiversità vuol dire anche usare in maniera sostenibile ciò di cui disponiamo. Allo stato attuale necessiteremmo di un pianeta e mezzo per sostenere il consumo di risorse mondiale. Dobbiamo quindi ripensare una nuova strategia largamente accettata che punti all’uso sostenibile delle risorse del pianeta Terra.

Un incendio boschivo distrugge animali e piante; dopo un incendio, insediamenti e vie di comunicazione sono esposti a un più alto rischio di erosione e caduta massi. Ma gli effetti degli incendi non si fermano quando questi vengono spenti, poiché le foreste distrutte non possono più fornire i tantissimi servizi che offrono alla comunità: riduzione del rischio idrogeologico, difesa del suolo dall’erosione, assorbimento di carbonio, regolazione del ciclo dell’acqua, protezione della biodiversità, riduzione degli effetti degli eventi estremi come le ondate di calore, oltre ad importanti benefici per il turismo e le attività ricreative in genere. 

L’introduzione in un territorio di specie aliene o alloctone, ovvero di specie che sono originarie di altre aree geografiche, può avvenire in vari modi, ma qualsiasi siano le cause, il risultato è sempre pericoloso, potendo portare alla competizione per le risorse alimentari, a fenomeni di predazione, alla diffusione di malattie.

Le fonti inquinanti interferiscono con il naturale funzionamento degli ecosistemi alterandone i cicli bio-geo-chimici, causando quindi direttamente o indirettamente perdita di diversità vegetale e animale. Tra le fonti troviamo non solo le industrie e gli scarichi civili, ma anche le attività agricole che, impiegando insetticidi, pesticidi e diserbanti, alterano profondamente i suoli.

Una delle principali minacce per il mantenimento della biodiversità mondiale è proprio l’alterazione degli habitat, partendo dalla frammentazione sino a giungerne alla completa perdita, in quanto questa rende difficile l’adeguarsi per le specie che vi vivono: le popolazioni diventano, quindi, maggiormente vulnerabili alle estinzioni locali poiché la variabilità genetica diviene minore, così come vengono limitati gli spostamenti di immigrazione ed emigrazione.

THE PLANT FOR THE PLANET

AIAB APS, da sempre attiva per tutelare la biodiversità del territorio italiano, nel 2016 ha stretto un accordo di collaborazione con PUR Projet (Planting trees in agroforestry and biodiversity projects, in partnership with farmers in Italy), per usufruire e avviare anche in Italia il programma di riforestazione The Plant for the Planet”, programma globale avviato da PUR Projet in partenariato con “Accor Hotels”, che finanzia progetti di riforestazione in diversi paesi del mondo.

Le due regioni individuate come fruitrici del progetto sono il Friuli Venezia Giulia e la Calabria.

Oltre a provvedere alla donazione di giovani piante, il progetto offre assistenza partecipata agli agricoltori nelle tre fasi della pianificazione della piantagione (i), della messa a dimora (ii) e nel periodo immediatamente successivo (iii), supporto tecnico e condivisione di pratiche agricole sostenibili attraverso azioni di divulgazione e sensibilizzazione.

Gli effetti maggiormente positivi del progetto di riforestazione si configurano nell’azione di miglioramento ambientale dello stato attuale del territorio.

Le aree aziendali interessate, nella maggior parte dei casi, si presentano degradate o marginali oppure in uno stadio con bassa resilienza e quindi scarsa complessità.

Aattraverso le attività di riforestazione si è cercato di  raggiungere il climax ottimale dal punto di vista naturalistico, portando all’area una maggiore biodiversità (vegetale e animale) rispetto allo stato iniziale.

In Calabria…

In Calabria, dove i lavori sono gestiti da AIAB Calabria APS, il progetto di riforestazione si presenta come unico per l’area di interesse, in quanto, non vi è alcun programma similare a sostegno degli agricoltori biologici, per la rilevanza ambientale, economica e sociale che riveste.

L’attività ha visto coinvolte le aziende biologiche presenti nei territori di Bisignano e Torano Castello, in provincia di Cosenza, le quali hanno ricevuto 3000 piante, e nell’area Grecanica, lembo di terra situato nel basso ionio reggino, che presenta caratteristiche paesaggistiche uniche in Italia. In questo areale il programma ha finanziato 2600 piante

La decisione di avviare questi impianti, in aree come queste, nasce dall’esigenza di accrescere la resilienza ed il pregio ambientale degli ecosistemi e di incentivare le aziende a valorizzare le aree marginali, al fine di rafforzare la capacità eco-sistemica aziendale e contribuire a mitigare i cambiamenti climatici, senza escludere eventuali benefici economici a lungo termine.

La selezione delle specie è stata effettuata sulla base dell’interesse degli agricoltori, delle condizioni microclimatiche locali e del loro valore per la conservazione della biodiversità.

Nel 2016 a Bisignano e Torano…

La prima fase del progetto ha visto protagonista la provincia di Cosenza con le aree rurali di Bisignano e Torano Castello. Le piantagioni sono state destinate ad incrementare la produzione familiare/aziendale di ulivi, mandorli, noci, frutta con guscio, ciliegi, melograni ed agrumi, che ad azioni di rimboschimento con querce, tigli, eucalipti e robinia pseudo-acacia.

Nel 2019 nell’Area Grecanica

Il territorio dell’Area Grecanica si riversa dalla zona marina della costa del basso ionio reggino fino alle zone più interne del Parco Nazionale dell’Aspromonte, ricadendo in buona parte nel sistema montuoso che costituisce la estrema propaggine dell’Appennino meridionale. Gli interventi hanno interessato un’area abbastanza ampia comprendendo i territori di 6 Comuni con caratteristiche differenti tra loro, presentandosi con una elevata naturalità, tale da offrire un complesso e ricchissimo ambiente naturale di specie vegetali e animali.

In queste aree sono state selezionate due specie di piante:

2000 piante di

CASTAGNO

Castanea sativa Mill.

Nella fascia collinare/montana le varie specieè stata individuata la Castanea sativa, pianta molto presente e coltivata nei decenni scorsi ed oggi presente solo in poche aziende o in aree demaniali. Albero originario dell’Europa sudorientale e dell’Asia occidentale, forse introdotto in epoca preromana, ha avuto grande importanza per molti secoli come alimento primario per le popolazioni contadine delle regioni montane, diventando ‘l’albero del pane’.

600 piante di

GINEPRO FENICIO

Juniperus turbinata Guss

Nella fascia costiera/collinare è stato selezionato il Ginepro Fenicio, conifera originaria del bacino del Mediterraneo, ove vegeta dal Marocco fino all’Asia Minore. È una specie mediterranea tipica dei litorali e della macchia, ma può raggiungere anche i 2400 metri nella catena dell’Atlante in Marocco. È pianta ad accrescimento molto lento e molto longeva, infatti può superare i 1000 anni di età. Il suo legno è di ottima qualità e le bacche sono apprezzate come aromatizzanti e per le proprietà fitoterapiche.

Il messaggio lanciato da questa attività deve essere quello del rispetto e della conservazione della biodiversità.

Le aziende partner del progetto devono essere considerate esse stesse come un’area protetta, mentre ai tecnici e gli operatori è assegnato il compito di conservare la biodiversità e esercitare una forma di regolazione dell’uso delle risorse naturali.

 

AIAB Calabria crede fortemente che grazie a queste sinergie è possibile stimolare la passione verso la cura del patrimonio agricolo, dell’intera comunità, in modo che il valore della biodiversità possa essere declinato nelle diverse accezioni della sostenibilità: sociale, ambientale ed economica.