In Italia si sfiorano i 2 milioni di ettari di superfici biologiche, con un incremento rispetto al 2017 di quasi il 3%. Ciò si è tradotto in 49 mila ettari in più in soli 12 mesi: una crescita non solo in termini di superfici ma anche di soggetti coinvolti nel settore, che hanno raggiunto le 79.000 unità, con un incremento rispetto all’anno precedente di oltre il 4%. Sono i dati presentati al Sana di Bologna ed elaborati dal Sinab (Sistema di Informazione Nazionale sull’Agricoltura Biologica) per il Ministero delle Politiche Agricole relativi all’agricoltura biologica per l’anno 2018.

Secondo i dati, dal 2010 gli ettari di superficie biologica coltivata sono aumentati di oltre il 75%, e il numero degli operatori del settore di oltre il 65%. Ad oggi, la superficie biologica raggiunta nel 2018 nel territorio italiano equivale all’estensione della Regione Puglia. L’incidenza della superficie biologica nel nostro Paese ha raggiunto nel 2018 il 15,5% della SAU nazionale, e questo posiziona l’Italia di gran lunga al di sopra della media UE, che nel 2017 si attestava al 7,0. 

A farla da padrone, sulla base dei dati che sottolineano quindi anche la vocazionalità dei territori, sono Sicilia, Puglia e Calabria, uniche regioni a superare i 200.000 ettari di superfici biologiche (200.094 Ha per la Calabria). Il dato record di cui la Calabria si può fregiare nel biennio 2016-2018, è quello relativo al numero degli operatori, con ben 11.030 unità attive sul territorio, che fanno della Calabria la prima regione Italiana!

Altri numeri interessanti a livello nazionale riguardano i consumi, con gli italiani sempre più orientati a comprare prodotti agroalimentari biologici. Dai questionari emerge come per il 30% degli intervistati, i canali specializzati Bio sono ritenuti il canale migliore per l’acquisto di prodotti alimentari biologici (26% direttamente dai produttori, il 22% nei supermercati), i quali vengono scelti per il maggiore assortimento e per la qualità dei prodotti, ritenuta maggiore. Il mercato sembra perciò premiare gli sforzi dei produttori biologici: il Nomisma parla di un volume di affari di 4,089 mln per il mercato interno italiano e di 2,266 mln per l’export del made in Italy biologico.

“L’Italia è leader in Europa per numero di operatori biologici – afferma la ministra Teresa Bellanova in visita proprio al SANA 2019 – e l’incremento dei terreni destinati a queste coltivazioni è un buon segnale. Serve presto la legge sul biologico. È stata approvata in prima lettura e nei prossimi giorni incontrerò i parlamentari proprio per accelerare su questo fronte – aggiunge – Come è un obiettivo irrinunciabile aumentare le mense biologiche certificate”.

In conclusione emerge come la domanda dei prodotti è forte e viene trascinata dal crescente interesse dei consumatori per il benessere fisico e la tutela ambientale, il tutto favorito anche dalla maggiore offerta di prodotti Bio grazie alla presenza capillare della GDO sul territorio. Ciò non toglie che il settore ha necessità di miglioramenti, per rendersi più incisivo ed evitare la contrazione dei prezzi dei prodotti al consumo: in generale l’offerta non soddisfa ancora le richieste del mercato, soprattutto per alcuni prodotti (e. ortofrutta), mentre la produzione agricola è statisticamente molto concentrata al Sud rispetto al Nord Italia, cosa che però paradossalmente si inverte nei consumi, con il Sud Italia che ancora compra troppo poco biologico rispetto ai dati nazionali.